Marco Simiani ci aveva ridato un alito di speranza quando ha pubblicamente manifestato la sua posizione.
Ha dimostrato l’aiuto concreto che le imprese chiedono al Governo: semplificare, il solo modo per aiutare le imprese a risollevarsi.
Noi titolari di aziende, al di là dei contributi a fondo perduto, al di là della liquidità, chiediamo in via prioritaria di essere messi in grado di lavorare semplificando le procedure per uscire dalla crisi. Semplificare non è sinonimo di deregolamentare e Simiani nella sua sintesi lo ha dimostrato. Non necessita essere fini economisti per comprendere che se diventa più semplice e meno costoso fare impresa si crea occupazione e ricchezza. Il decreto e l’allegato sul foglio di servizio elettronico proposte al MIT, sembra concertato col MISE, sono l’esatto contrario. Sono il trionfo della peggiore produzione di procedure cavillose per affossare definitivamente le imprese NCC già in ginocchio. Le bozze denotano l’assenza di una seria valutazione ex-ante delle conseguenze di tale produzione. Una produzione che sembra essere quasi sadicamente cieca all’evidenza che le Ns imprese sono tra le categorie che per prime hanno risentito dello shock derivante dal blocco della circolazione delle persone e delle norme restrittive per impedire la diffusione del virus e saranno le ultime a ripartire. Quando avverrà, avverrà lentamente, molto lentamente, perchè oltre a sconfiggere l’incertezza del virus e del vaccino deve essere anche sconfitta la paura delle persone a circolare tra gli Stati come prima. Siamo e saremo ancora per molto tempo le “imprese aperte” al trasporto dei fantasmi.
Gli elaborati sono congerie di regole farraginose e non confacenti ad un servizio di trasporto di persone su strada fatte da coloro che seduti ad una scrivania ignorano che il nostro lavoro ha come regola l’imprevisto.
E’ un decreto che introduce altri colli di bottiglia che finiscono per strozzarci anziché supportarci. La cronica, ostinata, esasperante quanto deprimente ottusità burocratica volta a danneggiare noi “fantocci” partecipanti a “tavoli che sembrano quasi senza orecchie di ascolto” è la prova che i diritti fondamentali, come del lavoro e della libera iniziativa economica, non siano più tali.
Non potremmo che trarre questa conclusione quando un Governo, o parte di questo, invece di “liberare le imprese” per far ripartire l’economia, con l’obiettivo di garantire lavoro e quindi ricchezza e diritti, le affossa con l’arma più potente:la sovranormazione inutile che produrrà risultati ancora più drammatici del Covid-19.
E’ quindi un decreto privo di ogni considerazione di praticità e di buon senso, quindi irricevibile. Vogliamo regole ben concepite e applicate con buon senso, come ha mostrato di fare Simiani, tese non ad esacerbare gli animi ma ad attenuare i contrasti, a trovare un giusto equilibrio tra regolamentazione e buon senso.
Tirando le conclusioni, quelle bozze proposte sono regole dannose e inutili che impediscono di lavorare e fare impresa a chi ha voglia, come noi NCC, di contribuire a ricostruire il nostro Paese.
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